Dettaglio
AutoreDe Marchi Benito
TitoloVerso un'altra narrazione di migrazione e di missione. Dalla missione tra gli immigrati/rifugiati alla missione per l'Europa fatta con e da immigrati/rifugiati
RivistaUrbaniana University Journal
Annata72
Fasc.1
Anno2019
Pagine163-244
Campo TematicoInterreligiosità e Interculturalità
Parole Chiave
Abstract Con un approccio interdisciplinare e il suo focus sul caso “Europa”, il presente contributo è una rivisitazione critico-propositiva dell’attuale questione migratoria,in chiave socio-politica ed ecclesiale-missionaria. Viene sottolineato come la migrazione sia sempre anche una costruzione sociale e quindi quanto sia decisivo il modo in cui essa è raccontata. Se oggi a livello di azione politica e di opinione pubblica il racconto dominante fa dell’immigrato il “nemico in casa” contro cui proteggersi fino ad evocare lo spettro del campo di concentramento come il “nomos” dello spazio politico, un altro racconto è tuttavia possibile nel quale il migrante è l’”apristrada” di un mondo “altro”, verso cioè quell’”altrove dell’ospitalità e fraternità” che la Bibbia chiama “terra promessa”/”regno di Dio”, non solo inun futuro metastorico ma già nel presente storico. L’immigrato ci risveglia alla coscienza che la vera alienazione non consiste “nell’essere straniero ma nel dimenticare di esserlo” e che si attraversa uno spazio abitandolo e lo si abita attraversandolo, come “stranieri residenti” e “ospiti ospitanti”. Abitare non è uguale al radicamento dell’autoctonia. Ciò mette in dicussione la concezione dello Stato-nazione, della cittadinanza come legata al territorio sotto forma sia di ius sanguinis che di ius soli, dei confini e del mito della “patria”, e ci spinge a rivedere il significato stesso di una comunità umana. Ma provoca la Chiesa stessa nella sua autocomprensione, e sfida la missione a riqualificarsi come missione della quale gli stessi migranti sono “soggetti” – missione a partire dai margini e nella vulnerabilità, fatta dai poveri ai ricchi e dai senza-potere ai potenti. Specificamente per la Chiesa in Europa, è giunto il momento di passare da una misione tra i migranti ad una missione dei migranti stessi all’Europa, per un vivere insieme all’“altro”, nella “prossimità” e “gratuità”.
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